La Corte Europea dei diritti umani si è recentemente pronunciata in merito al diritto di attribuire il cognome materno ad un figlio.
Attualmente nel nostro ordinamento vige la regola dell’attribuzione del cognome paterno, con la possibilità di aggiungere ad esso quello materno.
I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto che la disciplina italiana confligga con il diritto di non discriminazione tra i coniugi e con il diritto al rispetto della vita familiare e privata.
“Se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, -dispone la sentenza- e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne”.
La semplice facoltà di aggiunta del cognome materno è stata ritenuta non sufficiente a rimediare alla violazione dei su detti diritti di non discriminazione e di rispetto della vita familiare e privata.
In conseguenza della suindicata pronuncia il nostro ordinamento si dovrà adeguare ed, in verità, prontamente il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge che modificherà l’art. 143bis del Codice Civile , provvedimento di quattro articoli che obbligherà l’Ufficiale dello Stato Civile all’iscrizione all’atto di nascita con il cognome materno in caso di accordo di entrambi i genitori.
“Nel dare piena attuazione alla sentenza della Corte Europea inerente al cognome materno – spiega una comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri -, tuttavia il Consiglio dei Ministri ha rilevato che la complessa materia presenta ulteriori profili che, oltre ad essere ovviamente aperti al dibattito parlamentare, saranno, in sede governativa, approfonditi da un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Interno, degli Affari Esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità”.
Naturalmente, fintanto che non sarà compiuto l’iter di approvazione della nuova disciplina e non sarà entrata in vigore, in Italia sarà solo possibile l’aggiunta del cognome materno a quello paterno.